Maria De Filippi e Maurizio Costanzo: “La nostra famiglia felice”

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    Maria De Filippi e Maurizio Costanzo: “La nostra famiglia felice”

    Costanzo si confessa su tutto: figli, famiglia amore. E a sua moglie dice: «Maria, mi sembra non sia esistito altro prima di te»





    Maria De Filippi e Maurizio Costanzo, ecco com’è davvero la coppia d’oro della Tv. Lo rivela il grande conduttore in un’intervista esclusiva a Oggi in edicola. Costanzo si confessa su tutto: figli, famiglia amore. E a sua moglie dice: «Maria, mi sembra non sia esistito altro prima di te».







    DA WIKIPEDIA AI BRIVIDI - Wikipedia scrive di lui; «Maurizio Costanzo (Roma, 28 agosto 1938) è un giornalista, conduttore televisivo, autore televisivo, sceneggiatore, regista, paroliere, professore universitario e massone italiano» (di questo però ufficialmente pentito, ndr). Sfido chiunque a non provare un brivido, una vera ansia da prestazione nel doverlo quindi affrontare in una calda giornata di fine agosto, oltretutto a ridosso di una data importante come il settantacinquesimo compleanno, con l’obiettivo di farsi raccontare qualcosa di inedito. Mentre parcheggio l’auto fuori della sua villa di Ansedonia penso a quante interviste lui possa aver rilasciato nel corso della vita, a quanti colleghi abbiano, più o meno con successo, tentato di portare a casa un titolo da copertina, a quante volte lui si sia sentito fare le stesse banali, stupide, prevedibili domande sul mondo della televisione, sulla sua vita privata. E su Maria.



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    MARIA TI LEGGE DENTRO - Già, lei. Sua moglie. La splendida cinquantenne che mi apre la porta di casa loro, con shorts identici a quelli di mia figlia (aspirante teenager), con due gambe da sballo e l’aria imprevedibilmente complice nei miei riguardi. Mi ha letto negli occhi, ha colto la mia ansia, è avvezza a decifrare ogni declinazione dell’emotività umana: il suo C’è posta per te è infatti come una lezione universitaria di psicanalisi. Maria De Filippi ti legge dentro. Anche se non vuoi.



    TORNA IN RADIO - Con garbo vengo fatta accomodare in terrazza, nell’attesa che lui arrivi. Mi siedo, apro il blocco nervosamente e ripenso alle domande da fare: Costanzo torna in radio, bisogna chiedergli che cosa pensa su questo rientro, sulla tv, sulla politica, sul governo… Maurizio arriva e mi offre un caffè, mentre mi chiede se ciò che sentiamo sullo sfondo sia il tubare di una tortora o in realtà sia un’upupa. Lui è convinto si tratti di quest’ultima, Maria molto meno. Con una sicumera degna di un’ornitologa rodata, affermo che senza dubbio alcuno si tratta di una meravigliosa e inconfondibile upupa. Gli strappo così un sorriso. Posso cominciare con le domande, dunque.



    La radio: un gradito ritorno, vero?
    «Molti anni fa conducevo L’uomo di mezzanotte. Mi piaceva parecchio, ma senza dirmelo soppressero il programma da un giorno all’altro, approfittando della pausa estiva. Ci rimasi male, non posso negarlo. Il proprietario di Rtl 102.5 recentemente mi ha proposto uno spazio: dal 9 settembre, dal lunedì, dalle 23 all’una del mattino. Sarà il Radio Costanzo Show, in diretta con gli ascoltatori. Sentirò le loro storie, darò le mie opinioni, farò compagnia a chi si sente solo. La radio ha una grandissima diffusione, e parlando di cifre arriviamo a 7 milioni di ascoltatori».



    Oggetto vetusto, ai tempi di twitter e web…
    «Nient’affatto. Perché la radio lavora nell’intimo, parla dentro, stimola la fantasia, non è ancorata all’immagine. E i giovani non sono degli sciocchi, amano ascoltare cose sensate, se vengono loro proposte. Questo vale anche per la televisione, ovvio».



    Già, come faccio a non chiederle di parlarmene? Lei e la televisione siete la stessa cosa. Senza offesa.
    «Non lo prendo esattamente come un complimento. Cosa funziona oggi in tv? I talent show, perché permettono ai giovani di avere occasioni. Io guardo i canali “All news” perché mi offrono un servizio, ma sento terribilmente la nostalgia del varietà. Dov’è finito? Perché non lo fanno?».



    Mi prende in giro, Costanzo? Lo chiede a me? Ma chi mai potrebbe farlo, il varietà, che ormai solo nelle sapienti pillole di Techetechetè riusciamo a vedere, quasi ipnotizzati?
    «I geniali autori che firmano quel programma potrebbero farlo con Enrico Brignano, con Alessandro Siani. Oppure, ovviamente, con Fiorello, il più grande in assoluto. Ce ne sono, di possibilità. Basta scegliere le persone giuste. Anzi pongo una domanda ai dirigenti Rai: anni fa fui nella commissione di un concorso per nuovi autori. Che fine hanno fatto i vincitori? Cosa stanno facendo?».



    Quale programma vorrebbe fare che non ha ancora fatto?
    «Conviventi».



    Aiuto: proprio lei che all’altare c’è finito quattro volte. Il Vaticano lo stroncherebbe…
    «Non credo. Ho in mente una cosa sugli animali. Con un bravo etologo: sono certo che avrebbe un gran successo. Mi scusi, ma è proprio sicura che sia un’upupa?».



    Maurizio Costanzo si assenta un secondo mentre sto per rispondergli che comincio a nutrire dei dubbi a riguardo. Guardo Maria, e prendo una decisione. Chiudo il blocco e attendo il rientro del mio ospite con in mente un piano preciso. Non me ne andrò fino a quando non avrò ottenuto da lui un’emozione. Altro che opinioni sul governo e la politica.



    Lui torna convinto di aver finito l’intervista e io glielo lascio credere. Gli racconto un aneddoto di quando una ventina di anni fa mi trovavo in prima fila nella platea del teatro Parioli. Sul palco del Maurizio Costanzo Show c’era mio padre, uno psichiatra che gli era particolarmente simpatico e con cui aveva un’evidente empatia. Spiazzandolo, mentre parlava di meccanismi psicologici e roba simile, Costanzo si rivolse a me chiedendomi a bruciapelo: «Ma com’è papà? Come padre…». Risposi senza indugio ciò che pensavo, non realizzando affatto che mi stava ascoltando qualche milione di telespettatori: «Un disastro, come vuole che sia?», dissi senza usare eufemismi. Ci fu una fragorosa risata del pubblico, poi un prevedibile rimprovero di mio padre al rientro a casa e una successiva presa per i fondelli di quanti incontravo nei giorni successivi.



    Ecco, ora a telecamera spenta, alcuni lustri dopo, la domanda la pongo io, signor Costanzo: lei che padre è?
    «Non credo che i miei figli abbiano contenziosi aperti con me».



    Preferisce che definisca la sua risposta asettica o diplomatica?
    «Saverio e Camilla hanno sofferto per la separazione dalla loro madre, questo non posso negarlo. Io ho sempre lavorato molto e trascorso poco tempo con loro quando erano piccoli, ma sapevano dove trovarmi, sapevano che c’ero, comunque e sempre, per loro. Con Gabriele, il “piccolo”, è diverso ovviamente, perché lavorando meno il tempo che ho a disposizione per lui è aumentato, ma come è aumentata anche la mia età. Ho un temperamento ansioso e oggi, fra figli e nipoti, ho sette motivi di ansia. Per la precisione sette sfumature di ansia».



    Mica mi vorrà far credere che fa il nonno? Mi perdoni, ma proprio non ce la vedo.

    Maria De Filippi a questo punto da muta presenza si trasforma in un’erinni ed esclama: «È un nonno fantastico, nel suo ufficio ci sono appesi ovunque i disegni dei nipoti, lo vanno a trovare con regolarità e giocano con lui nel suo studio. Ora il problema è che in vacanza borbotta che li vede poco. Ma perché Maurizio non lo dici? Dillo che li adori e dille anche cosa pensi dei tuoi ragazzi, forza!».



    «Sono molto orgoglioso di loro. Non è stato semplice portare il mio cognome. Hanno talento, sono brave persone, sono stato fortunato. Saverio è uno straordinario regista, Camilla mi somiglia terribilmente, è rigorosa, dignitosa. Gabriele è un ragazzo d’oro. Anni fa non stetti bene e dovetti fare dei controlli in ospedale, luogo che non amo affatto e dove è davvero difficile farmi stare, e mi accompagnarono anche i miei figli. Vedere il grande giocare con il piccolo fu un’emozione che mi sorprese, tanto fu intensa». Cinico, pragmatico, potente, schivo: questi sono gli aggettivi più comuni che si usano per definire Costanzo. Adesso Maria vuole assolutamente convincermi che suo marito sia stato sempre un po’ vittima della «sindrome Jessica Rabbit». Ricordate? «Io non sono cattiva, è che mi disegnano così!».



    Che vita è questa, Costanzo? Ne ha vissute tante…
    «Una vita estremamente piacevole, non ho rimpianti e ciò mi rende sereno. Ho la sensazione di aver ricevuto più di quanto meritassi dalla sorte».



    Si è sposato più volte, ma tutti noi pensiamo solo alla De Filippi, lo sa?
    «Anche io. Un neurologo mi ha spiegato che la memoria fa una sorta di cernita conservativa a nostro beneficio: a me sembra di non aver avuto altro prima di lei. Comunque è sbagliato supporre che nella vita possa esistere un solo rapporto che duri tutta una vita. Non è naturale».



    Chi ha cambiato chi?
    «La verità? Ci siamo fatti del bene reciprocamente. Lei mi ha insegnato un sacco di cose. Dalle più banali alle più serie. A fare le vacanze per esempio. A stare fermo nei posti. A godermi le cose».



    Forse semplicemente a “stare” più dentro se stesso e meno fuori da lei?
    «Un ritmo di lavoro come quello che sostenevo prima non mi aiutava di certo in questo. E lei è di fatto una donna unica che in questi vent’anni è sempre stata attenta a non calpestare i miei spazi, cercando di stare un passo indietro malgrado io la incitassi a fare il contrario».



    Il segreto, dunque?
    La risposta arriva all’unisono: «Volersi un gran bene». Squilla il telefono. Costanzo parla con un collega ammalato che non sentiva da due anni. Pochi minuti, il tempo per ribadire un affetto antico. Gli occhi di Maurizio si inumidiscono, si alza e va via, poi torna scusandosi. «Vede, mi rattrista infinitamente la sofferenza altrui. Prima ero molto bravo a non mostrarlo, ora non ci riesco più. Mi commuovo facilmente». Aveva ragione Maria. L’uomo sa emozionarsi. Io l’ho visto. E posso andarmene.

    Beatrice Carru
    fonte oggi.it

     
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