Ermanno Scervino

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    Ermanno Scervino







    Vicino a Piazzale Michelangelo, il palchetto d’onore da cui si gode il miglior panorama di Firenze, è situata la sede della maison di Ermanno Scervino, che ha scelto i prati e gli olivi poco sopra la città simbolo della cultura rinascimentale come suo “habitat di ricerca”. Il marchio, nato nel 1997, deriva dalla fusione dei nomi dei suoi due fondatori: Ermanno Daelli e Tony Scervino. I loro rispettivi talenti, artistico e imprenditoriale, hanno determinato in soli dieci anni risultati sorprendenti sia in termini di fatturato che di prestigio internazionale.
    Combinando la cura sartoriale con un gusto fortemente cosmopolita, non privo di influenze etniche, lo stile Scervino si distingue per l’armoniosa sovrapposizione dei materiali, dei tagli, dei generi diversi, in cui le linee del passato si intrecciano con le nuove tendenze dell’urban chic.

    La sperimentazione sui materiali si spinge fino alla progettazione di nuovi tessuti high-tech, come la pelle traforata, la stoffa impermeabile a trama fittissima e i pellami applicati sul denim e la rivisitazione del rigore classico si esprime attraverso avventurosi viaggi di scoperta, lungo percorsi esotici o metropolitani. Lo stesso dinamismo che alimenta la ricerca creativa, è anche il motore trainante della strategia aziendale, che si fonda sulla collaborazione tra una serie di partner, scelti in base alla capacità di realizzare un prodotto adeguato agli standard del marchio. Scervino ha scoperto delle aziende di talento - che si sono affermate come centri d’eccellenza dell’artigianato Made in Italy - con cui mantiene un dialogo continuo nella completa condivisione delle finalità produttive. Nei primi anni del 2000 il marchio si è allargato ad una linea dedicata ai giovani Scervino Street e una Junior per bambini.

    Qualche anno fa Ermanno Scervino, in cerca di solitudine e ispirazione, è capitato nell’oasi di Sawi, un villaggio a pochi chilometri dal Cairo. In questo posto dove la vegetazione rigogliosa esplode in contrasto con la sterile distesa del deserto libico confinante, è rimasto affascinato dal particolare tipo di ricamo praticato dalle donne autoctone. Un punto leggero, quasi depurato, i cui simboli risalgono probabilmente a un antico codice di scrittura, passato dall’incisione rupestre al ricamo su tela. Lo stilista ha percepito un’affinità tra l’eleganza asciutta del suo brand e quest’arte destinata a estinguersi e ha coinvolto alcune donne del villaggio, depositarie dell’antica pratica artigianale. La dama egiziana Laila Neamatalla, ha interceduto affinché queste donne accettassero la proposta non soltanto per il bene della comunità ma anche per cominciare un importante percorso di emancipazione personale. L’iniziativa ha riscosso grande successo e rappresenta un modello riuscito di sviluppo ecosostenibile nei paesi del sud del mondo. Ermanno Scervino è stato insignito del premio alla creatività e alla solidarietà sociale da Walter Veltroni e persino il Principe Carlo e la moglie Camilla sono andati a Sawi a visitare questo piccolo laborioso paradiso. Tra Firenze e l’oasi nel deserto si è aperta un’inedita carovana che ha incentivato l’economia del villaggio non solo nel pieno rispetto delle tradizioni e della cultura autoctone, ma anche con l’intento di conservarle e valorizzarle.
    Di grande successo l'evento organizzato il 28 agosto 2008 nel cuore pulsante di Tokyo per presentare la collezione Scervino AI 08/09. Alla presenza di stampa internazionale, celebrities e dei maggiori clienti del mercato giapponese, la serata si è aperta con la proiezione di un cortometraggio sul ruolo chiave svolto da Scervino nella ricerca stilistica e nell'attenzione alla qualità artigianale.
     
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